domenica 16 ottobre 2011

Manuale della sicurezza nei laboratori di chimica

INTRODUZIONE
La sicurezza nei laboratori è parte integrante di ogni nostra attività didattica e l'attuazione delle misure di sicurezza spetta non solo al Direttore della Struttura, ma anche ai responsabili delle attività, in relazione al principio che la sicurezza deve essere integrata nelle lavorazioni fino dalla fase progettuale.
I rischi in un laboratorio possono essere legati ad una serie di fattori:
  • pericolosità dei materiali utilizzati: sostanze tossiche o corrosive, agenti biologici pericolosi, materiali radioattivi, sostanze infiammabili, ecc...
  • pericolosità delle apparecchiature: apparecchiature ad alto voltaggio, centrifughe ad alta velocità, sistemi a pressione, alte e basse temperature ecc...
  • affollamento, ristrettezza dello spazio
  • addestramento non sempre sufficientemente adeguato del personale e degli studenti.
I livelli di rischio possono, quindi, essere diversi e richiedere standard diversi di sicurezza. I lavoratori che direttamente hanno a che fare con sostanze e materiali pericolosi o apparecchiature che possono essere fonte di pericolo devono essere informati dei pericoli e dei rischi relativi alle procedure, alle sostanze e alle apparecchiature che utilizzano, nonché formati per essere in grado di ottenere una situazione nella quale i rischi siano ridotti al minimo possibile. In ogni caso, anche nelle situazioni di minor rischio è richiesta una consapevolezza relativa a tutto quello che è connesso all'attività lavorativa, che diventa responsabilità e prudenza, sia per se stessi che per gli altri.
Si ricorda inoltre che la non osservanza delle norme di sicurezza comporta, nei confronti degli inadempienti, sanzioni di legge e la possibile perdita delle coperture assicurative in caso di incidente.
La presente guida contiene norme generali di comportamento nei laboratori e alcune disposizioni della normativa vigente in materia di sicurezza sul luogo di lavoro (Decreto Legislativo 81/2008 ), etichettatura delle sostanze tossico-nocive (Regolamento REACHLegge 256/74 e successive modificazioni e integrazioni), antincendio (Legge 46/90 e Decreto ministeriale 26 agosto 1992, DPR 37/98, Circolare Ministero dell'Interno n. 9/98), smaltimento rifiuti (Decreto Legislativo 152/2006, Direttiva 2009/89/CE) e Istituzione del sistema di controllo della tracciabilita' dei rifiuti SISTRI.

VALUTAZIONE DEL RISCHIO
Una strategia strutturata dell'analisi dei rischi nell'ambito del luogo di lavoro comprende tre elementi fondamentali: la valutazione, la gestione, la comunicazione del rischio.
La valutazione del rischio è il punto di partenza per le decisioni da prendere in materia di sicurezza sul lavoro e per la collettività. E' lo strumento fondamentale che permette al datore di lavoro di individuare le misure di prevenzione e protezione e di pianificarne l'attuazione.
Il rischio va valutato sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo; il primo aspetto è più facilmente individuabile, esistono strumenti sufficientemente validati e strutturati per diverse situazioni, che sono di grande aiuto nella valutazione dei rischi lavorativi e non, anche se ci si può trovare ad avere grosse difficoltà. In alcuni casi infatti non sono disponibili sufficienti dati scientifici, statistici ed epidemiologici, che facilitino l'attuazione della fase decisionale.
La valutazione quantitativa è sicuramente più complessa da attuare, specie per i rischi per i quali non esiste il riferimento a un qualche tipo di misurazione. Anche in questo una mancata quantificazione può impedire una corretta valutazione, per cui ci si trova davanti all'impossibilità di prevedere il danno che potrebbe verificarsi.
I risultati della valutazione dei rischi sono fondamentali per pianificare una corretta gestione. Quest'ultimo è il momento maggiormente legato alle decisioni politiche; non sempre è possibile valutare correttamente e soprattutto in termini quantitativi il rischio e la natura del danno che una situazione di pericolo può determinare, per cui a volte diventa piuttosto complesso attuare delle misure di prevenzione e di protezione che siano consone e soprattutto sufficienti.
La valutazione del rischio, inteso come probabilità che si verifichi un evento dannoso conseguente all'esposizione ad un pericolo, è l'insieme delle complesse operazioni che devono essere effettuate per stimare qualsiasi esposizione ad un pericolo,  in relazione con le modalità di svolgimento delle procedure lavorative.
In base alle linee guida che l'ISPESL ha predisposto per la valutazione dei rischi devono essere previsti alcuni criteri procedurali:
  1. preliminare ricognizione dei rischi lavorativi, per quanto possibile approfondita
  2. svolgimento delle tre fasi operative della valutazione:
    • identificazione delle sorgenti di rischio presenti nelle procedure
    • individuazione dei conseguenti potenziali rischi di esposizione in relazione allo svolgimento delle lavorazioni
    • stima dell'entità dei rischi
  3. definizione di un programma di prevenzione e delle misure di protezione da adottare.
Per consultare le linee guida dell'ISPESL relative al laboratori scientifici clicca qui.

Schema di ricognizione dei pericoli per la verifica di eventuali esposizioni dei lavoratori a rischi lavorativi specifici

Rischi fisici
  1. meccanici
    • cadute dall'alto
    • urti, colpi, impatti, compressioni
    • punture, tagli, abrasioni
    • scivolamenti, cadute a livello
    • vibrazioni
  2. termici
    • calore radiante, fiamme libere
    • freddo
    • microclima
  3. elettrici e/o magnetici
    • contatto con elementi in tensione
    • rischi da campi statici
    • campi a frequenza industriale
    • campi a frequenze superiori
  4. radiazioni
    • non ionizzanti
      • ultravioletti, radiofrequenze
      • laser
    • ionizzanti
      • raggi X
      • radioisotopi
      • microscopi elettronici
  5. rumore e/o ultrasuoni
  6. altri rischi fisici non individuati sopra
Rischi chimici
  1. aerodispersi
    • polveri, fibre
    • fumi
    • nebbie
  2. liquidi
    • immersioni
    • areosol, schizzi
  3. gas, vapori
  4. sostanze irritanti e/o sensibilizzanti
  5. sostanze corrosive
  6. sostanze tossiche e/o nocive
  7. sostanze cancerogene
  8. sostanze mutagene
  9. sostanze tossiche per il ciclo riproduttivo
  10. sostanze pericolose per l'ambiente
  11. piombo, amianto
  12. fitofarmaci
  13. farmaci
  14. farmaci antiblastici
  15. sostanze che causano sonnolenza e calo dell'attenzione
  16. altri rischi chimici non individuati sopra
Rischi biologici
  1. batteri
  2. virus
  3. funghi
  4. endoparassiti umani
  5. altri parassiti
  6. colture cellulari
  7. agenti biologici
    • gruppo 1
    • gruppo 2
    • gruppo 3
    • gruppo 4
  8. microrganismi geneticamente modificati
    • gruppo 1
    • gruppo 2
  9. attività particolari con rischio biologico
  10. altri rischi biologici non individuati sopra
Altri rischi
  1. videoterminali
    • >= 4h continuative al giorno per tutto l'anno
    • >= 20h alla settimana in media per tutto l'anno
  2. movimentazione manuale dei carichi
    • da 20 a 30 Kg
    • da 3 a 20 Kg
  3. rischi d'incendio
    • sostanze combustibili
    • sostanze infiammabili
    • sostanze esplosive
    • sostanze comburenti
  4. locali particolari
  5. altri rischi non individuati sopra

Riepilogo delle fasi della valutazione dei rischi
I fase: identificazione delle sorgenti di rischio

Descrizione dell'attività lavorativa (procedure sperimentali, processi lavorativi, attrezzature, macchine ed impianti, modelli organizzativi e operativi)
+
Analisi delle fasi operative per il rilevamento di fattori di rischio
Rischi per la sicurezza
  • Strutture
  • Macchine
  • Uso di energia elettrica
  • Impiego di sostanze pericolose
  • Incendio, Esplosione
Rischi per la salute
  • Agenti Chimici
  • Agenti Fisici
  • Agenti Biologici
  • Materiali Radioattivi
Rischi trasversali o organizzativi
  • Organizzazione del lavoro
  • Fattori psicologici
  • Fattori ergonomici
  • Condizioni di lavoro difficili


II Fase: individuazione dei rischi di esposizione

Quadro delle sorgenti di potenziali fattori di rischio
+
Misure di sicurezza attuate: protezione macchine, processo a ciclo chiuso, impianti aspiranti (cappe o altro tipo di aspiratori), schermature, piani di lavoro, automazione, dispositivi di protezione individuali, controlli sanitari, informazione, formazione.


III fase: stima dei rischi di esposizione o residui

Verifica del rispetto delle norme di legge e/o di buona tecnica prevenzionistica durante il funzionamento delle macchine
Verifica dell'accettabilità delle condizioni igienico-ambientali
Misura dei parametri di rischio e loro quantificazione nel caso di specifiche norme di legge o obiettive situazioni di elevato rischio potenziale



Risultati della valutazione dei rischi residui                                                        
Programma di prevenzione e protezione
Documento della sicurezza    



Schema riepilogativo per la valutazione dei rischi
ATTIVITA'  LAVORATIVA...........................................................................
Rischi per la sicurezzaRischi per la saluteRischi trasversali e organizzativiMisure di prevenzione, protezione
ADOTTATE
Misure di prevenzione, protezione
DA  ADOTTARE

Sostanze chimiche pericolose
  1. Tutti i reagenti devono essere etichettati con l'esatto nome chimico e i simboli di tossicità e nocività, nonchè le frasi di rischio e i consigli di sicurezza.
  2. Conservare le sostanze particolarmente pericolose entro appositi armadi chiusi a chiave.
  3. Sostituire nelle lavorazioni, quando possibile, i prodotti pericolosi con prodotti meno nocivi.
  4. Tenere un inventario aggiornato di tutte le sostanze chimiche in particolare per quanto riguarda quelle cancerogene (R 45 e R 49) e mutagene (R 46) (per consultare l'elenco delle sostanze pericolose: cancerogene, mutagene e tossiche per la riproduzione vedi anche Banca Dati ISPESL).
  5. Compilare con cura il registro di esposizione alle sostanze cancerogene e mutagene ogni volta che vengono utilizzate (vedi qui per un facsimile).
  6. Nei laboratori non devono essere detenute sostanze infiammabili, tranne che durante l'attività sperimentale.
  7. Alla fine della giornata le sostanze chimiche infiammabili devono essere sempre riposte negli appositi armadi a norma antincendio. In tali armadi, come in qualsiasi altro luogo, le  sostanze chimicamente incompatibili non devono trovarsi vicine tra loro.
  8. Sostanze infiammabili non devono essere conservate in frigoriferi di tipo domestico e in altre situazioni in cui ci siano possibili fonti di scintille. E' opportuno affiggere un avviso sui frigoriferi non idonei, in cui sia scritto: "Non mettere solventi infiammabili in questo frigorifero".
  9. Materiali sensibili agli urti o reattivi devono essere maneggiati delicatamente e utilizzati sotto cappe idonee (infrangibili) per prevenire reazioni incontrollate.
  10. Le sostanze esplosive non possono essere utilizzate e detenute nel laboratori.
  11. Per ogni tipo di lavorazione di materiali nocivi o presunti tali deve essere utilizzata una cappa con una adeguata aspirazione.
  12. Le pesate delle polveri di sostanze pericolose devono essere effettuate sotto cappa aspirante o in locale adibito all'uso delle bilance in condizioni di calma d'aria e, possibilmente, dopo aver protetto con della carta la zona operativa, così da raccogliere eventuali residui. Nel caso di composti molto tossici, carcinogenici o mutageni conviene effettuare una pesata unica ed aggiustare il volume del solvente per ottenere la concentrazione desiderata.
  13. Tutte le sostanze chimiche conosciute o sospette di essere tossiche o dannose per l'ambiente devono essere smaltite seguendo le procedure di smaltimento dei rifiuti pericolosi.
  14. Nessuna sostanza chimica pericolosa per la salute o la sicurezza, nonché dannosa per l'ambiente deve essere eliminata attraverso le fognature.
  15. Raccogliere in appositi contenitori, contrassegnati con etichette, i composti chimici e i solventi usati, che dovranno essere eliminati come rifiuti, secondo la normativa vigente.
  16. Trasportare sostanze chimiche e materiali pericolosi in maniera adeguata. Il trasporto di sostanze chimiche pericolose in soluzione, specie se contenute in recipienti di vetro, deve essere eseguito con precauzione, utilizzando carrelli dotati di recipienti di contenimento, atti a ricevere eventuali spandimenti di materiale.
  17. Pulire immediatamente gli spandimenti.
Comportamenti da tenere in caso di incidente o contaminazione con sostanze chimiche
  1. Prodigare le prime cure alle persone contaminate, se necessario.
  2. Sostituire i mezzi di protezione o gli abiti contaminati.
  3. Decontaminare la cute eventualmente esposta con acqua corrente, docce, lavaggi oculari, antidoti, neutralizzanti, ecc..., a seconda della sostanza. E' importante, comunque, affidarsi a un esperto.
  4. Non disperdere le sostanze contaminanti nell'ambiente.
  5. Allontanare le persone non indispensabili.
  6. Rimuovere la contaminazione dalle superfici con appositi materiali assorbenti indossando guanti compatibili con la sostanza chimica in questione.
  7. In caso di incidente o di situazioni anomale nei laboratori, avvisare immediatamente i preposti che,  valuteranno l'opportunità di chiamare il servizio di emergenza.